STORIA
DEL LOTTO La parola "Lotto" tradotta in diverse lingue,
significa: SORTE.
Il Lotto non è stato creato da una singola Persona, ma
si è sviluppato nel tempo, perfezionando vari sistemi
di scommesse.
Nell'antica Roma, in occasione di feste per onorare il dio
Saturno,
il popolo aveva occasione di vincere dei premi puntando su dei numeri che
poi venivano estratti nel corso della celebrazione.
Alcuni secoli
dopo, in un paesino dell'Olanda, sfruttando la passione per il gioco, dei
cittadini misero in palio un lotto completo di alcune loro proprietà che
non era possibile dividere.
In seguito la cosa si ripeté più volte, fino ad avere un suo
regolamento, e venne chiamato: Lotto d'Olanda.
A Venezia, l'antico
Senato Veneziano,organizzò una lotteria
chiamata "Lotto del Rialto" e aveva come premi un "lotto" di immobili,
per un montepremi complessivo di centomila
ducati.
Per poter partecipare all'estrazione, si comprava un bollettino del
costo di due scudi.
Però in Italia,
la prima vera formula di "Lotto" che più si addice a quella attuale, si
verifica nei primi anni del 1500 a Genova,
e come
documento valido che dimostra questo "gioco", è il ritrovamento di un
decreto del 1539, che riportava,
le
scommesse legate all'elezione dei magistrati che dovevano fare parte del
Senato della Repubblica, anche se
questa pratica era proibita.
I più esperti scommettitori, avevano così intrapreso un'attività alquanto
redditizia, perché queste elezioni venivano fatte con scadenza periodica, e
loro iniziarono a tenere "banco".
Vista
diventare una situazione insostenibile, il Maggior Consiglio della
Repubblica, stabilì che le elezioni avvenissero due volte
all'anno e vi partecipassero più di 120 "padri".
I nomi venivano messi
dentro ad un'urna chiamata
Seminario, e ne venivano estratti 5. L'usanza che si era creata "scommessa
sulle estrazioni" venne così chiamata:
"Gioco del Seminario".
Così molti appassionati giocatori, potevano tentare
di indovinare i 5 nomi che sarebbero
stati estratti su 120 inseriti nell'urna.
Iniziarono prima le
scommesse tra singoli, poi una singola persona
accettava più scommesse da più persone, e insieme si crearono delle società,
che gestivano tutte le scommesse adottando
le prime regole di questo gioco.
Il crescere delle scommesse clandestine,
portò prima, alla proibizione delle commesse,
poi nel XVII secolo i
Serenissimi Collegi, su ordine della Camera ( Ministero delle
Finanze dell'epoca ), vietarono il gioco clandestino e,
permisero a chi
avesse avuto una particolare licenza (
che si otteneva pagando i diritti di concessione ) di gestire queste
"giocate" del Seminario. Questi
gestori, contro i rischi di pagare somme superiori alle giocate crearono un
fondo premi chiamato "Monte delle scommesse",assicurandosi così un margine
di sicuro guadagno.
Se nessun nome veniva indovinato, la somma giocata era
restituita, senza guadagni per entrambi le parti, le vincite che come spesso
succedeva,
non venivano ritirate, erano sommate al montepremi
dell'estrazione successiva.
Iniziarono così ad arrivare scommesse da
molti altri Stati Italiani. Solo a Roma, città dell'allora Stato
Pontificio, questo gioco ebbe vita dura,
perché
le leggi papali consideravano queste scommesse un peccato grave.
Una Congregazione di teologi e canoisti
istituita da Clemente XI con a capo il cardinale Tolomei, studiò questo "gioco",
e stabilì che
si poteva permettere simili "giochi" solo con un regolamento istituito dalla
medesima Congregazione.
Fu così che Innocenzo XII
ammise il gioco del Lotto, ma Benedetto XII abolì nuovamente questo tipo di gioco.
Ma,
quattro anni dopo venne ammesso nuovamente, e questa volta in modo
definitivo per tutto lo Stato
Pontificio, ma con nuove regole.
Queste nuove regole, prevedevano che
tra 90 zitelle nubili romane, ne venissero
sorteggiate 5 le quali avrebbero ricevuto in dono cinquanta scudi a titolo
di dote, e, la veste nuziale.
Tutti i guadagni, venivano messi nella Depositeria
Generale, a disposizione del Papa, che avrebbe poi destinato per
opere varie di pietà.
Nel 1733 con il nome di "Lotto intitolato di Genova e
di Roma" venne istituito a
Venezia
( versione molto simile a quella attuale ), il nome stava a
dimostrare che era un gioco d'esportazione.
Questo
era gestito direttamente, senza l'appalto di terzi, e non c'erano limiti
alle giocate.
Però, nel 1745,
un'estrazione di 5 numeri portò ad una vincita molto alta, fu così che
si creò un tetto massimo di puntata,
applicando la
regola del "Castelletto" ( sistema che consentiva al Gestore del gioco di
limitare le puntate ) e venne
introdotto in tutti gli Stati Italiani,
così si evitò di pagare
vincite che superavano le giocate, facendo fallire i
gestori sia pubblici ho privati.
Altra città dove il Lotto ebbe una
"nascita" molto difficile tra concessioni e
divieti, è stata Milano.
Il successo fu raggiunto quando si fece riferimento
al "Gioco del Seminario",
e nel 1665 il
Governatore della città concesse per 20 anni la concessione del gioco
a Giovanni Battista Via, e pretese
come rimborso, la metà degli utili.
Però, non avendo le "entrate" che
il Governatore aveva previsto, concesse nuovi
appalti per la gestione, sperando così di riuscire a raggiungere le
previste entrate,
ma neanche così
ci furono questi guadagni, allora il Governatore spagnolo revoco tutte le concessioni e
dichiarò nuovamente il gioco illegale.
Ma anziché cessare, il Lotto a Milano
continuo, e anzi, aumentò, clandestinamente, tutti
i giocatori puntavano sul "Gioco del Seminario" di Genova.
Il Governatore visto questa elevata dispersione di
capitale fuori Milano, nel Marzo 1696 tornò a concedere una nuova concessione a Francesco Ripamonti.
Anni dopo nuovamente revocata, ma poi
ristabilita fino al 1768, quando Maria d'Austria fissò nuove regole, e dando la concessione alla famiglia Minonzi,
stabilendo una cifra di lire 227.000 da pagare annualmente all'erario, e la
partecipazione agli utili della Regia Camera.
La regolamentazione quasi
definitiva ( ancora attuale ) si ebbe con
Francesco I ( dopo Napoleone ). A Napoli il Lotto arrivò con un secolo
di ritardo rispetto a Genova.
Anche
qui si chiamò "Seminario di Napoli" ma per poco tempo,
perché
venne chiamato "Nuovo Lotto di Napoli".
La prima estrazione avvenne nel
1682.
All'inizio le estrazioni erano una all'anno poi si passò a due e
quasi subito a tre.
Nel 1689 fu nuovamente abolito, e nel 1737 si ebbe la
definitiva concessione.
Fino al 1798 si dava in gestione ad
appalto, poi passò sotto la giurisdizione di un'amministrazione speciale.
Nel 1804 le estrazioni erano
diventate 24 all'anno, e il gestore sotto la dominazione francese era: Carlo Emanuele Guebard di
Soletta ( imprenditore ),
che lo gestì per circa 6 anni, ripassando poi
nuovamente come gestione pubblica, e nel
1817 le estrazioni annuali erano diventate ben cinquanta.
Non
riuscendo più a gestire tutte le giocate,
nacquero i primi ricevitori che erano chiamati "prenditori" o "posteri" e le
ricevitorie "posti" o "botteghini",
il numero
aumentò notevolmente, e nel 1843 se ne contavano oltre 1.000 in tutto il
regno, Sicilia esclusa.
Le estrazioni di Napoli si svolgevano nel
palazzo "Vicaria" ( sede dei tribunali ) in una maestosa stanza addobbata per l'occasione.
Dopo l'unità d'Italia, si voleva abolire questo gioco, ma per motivi fiscali
si mantenne, e si posero regole più specifiche.
Il 5 novembre 1863
l'articolo 1 del Regio Decreto sanciva che:"A cominciare dalla prima
estrazione di gennaio 1864, il gioco del Lotto,
temporaneamente mantenuto a
favore dello Stato, verrà riordinato nelle province del regno, sulle basi
stabilite dal presente decreto".
Si determinarono le sorti possibili, "l'ambo
semplice" "il terno" e il "quaterno", le ruote erano: Torino, Milano, Firenze, Bologna,
Napoli e Palermo.
La ruota Bologna scompari nel 1866 e lasciò il posto a quella di Bari, in seguito si
costruirono le ruote di Venezia e poi Roma.
Nel 1894 si ebbe una nuova regolamentazione, confermando le otto ruote, e modificando i premi delle possibili
sorti, sempre più vicini a quelli attuali.
Nel 1939 il
Lotto diventò di diritto una delle attività dello Stato.
Venne introdotta la cinquina che paga un
milione di volte, e si portarono le ruote da otto a dieci inserendo le città di Cagliari e Genova.
( Genova ebbe
finalmente il riconoscimento di primogenita di questo gioco ).
L'automazione portò all'esplosione
definitiva di questo gioco dando la possibilità di giocare nelle tabaccherie ( oltre 4.000 )
che si aggiunsero in breve
tempo hai 500 botteghini preesistenti. Dal 1997 il gioco del Lotto con i "suoi
fondi",
finanzia in parte dei progetti approvati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali,
progetti che
permettono di superare i gravi problemi legati al degrado, che sono sempre dannosi e irreversibili.
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